COMUNICATO STAMPA : il comparto bini

Il consiglio comunale il 27 gennaio ha adottato una variante al piano particolareggiato di iniziativa pubblica del comparto Bini.

Come sempre siamo stati chiamati ad esprimere una opinione in fretta (se ne era discusso preventivamente in una sola Commissione, ormai tra l’altro di un po’ di tempo fa ) su un argomento che è oggetto di atti, delibere e discussioni in consiglio comunale fin dall’inizio degli anni ‘90.

Dalle informazioni che ci sono state date in modo frettoloso e dalle discussioni in consiglio comunale emergono gli oltre 50.000 € spesi dal comune di Castelfranco per cause perse in tribunale sono stati dovuti a “disguidi negli uffici”. A noi risulta che i soldi siano stati persi per un errore commesso dal responsabile del procedimento che poi ha insistito con l’appoggio della giunta precedente ad aver ragione ricorrendo in Consiglio di Stato e determinando appunto quella enorme somma in spese legali.

Ma questa è storia passata.

Dopo aver perso in via legale, il Comune aveva di fronte i cittadini che reclamavano le loro ragioni dopo aver vinto la causa, e i costruttori che potevano chiedere i danni per un cantiere bloccato ed entrato nel pieno della crisi edilizia con ancora gli interventi da ultimare.

Il Comune ha dunque stipulato un accordo nel settembre 2008 che fissava per i perdenti (il comune stesso e i costruttori) degli obblighi rispetto alle cose da fare per dare seguito ai diritti riconosciuti dai giudici ai vincitori.

Quell’accordo prevede a vantaggio dei costruttori la possibilità di vendere i posti auto interrati a 6.000 € l’uno mentre quelli esterni rimarrebbero di uso pubblico (com’è già ora). Soprattutto a vantaggio dei privati c’è la costruzione di nuovi 1000 metri quadri (tra residenziale e commerciale) all’angolo tra via Morandi e via Ripa dove da anni c’è un cantiere.

A vantaggio dei cittadini l’accordo prevede la sistemazione delle opere di urbanizzazione usurate dal tempo che sono, nel frattempo, state collaudate per essere prese in carico alla proprietà pubblica. E’ previsto infatti che sia risistemata principalmente piazza Aldo Moro oltre ad altre opere di manutenzione (ci vengono in mente gli alberi morti del parcheggio e le relative aiuole che versano in condizioni di penoso degrado per essere in un centro storico oppure la pulizia, ripristino e ritinteggiatura dei muri e delle colonne al piano terra sotto i portici).

Per queste opere l’accordo prevede 18.000 € a carico dei privati costruttori e quello che manca a carico del comune. E qui arriva il punto dolente.

Le opere di sistemazione dovevano essere fatte entro un anno dalla stipula dell’accordo. L’anno è passato, noi siamo stati chiamati in Consiglio Comunale ad assegnare l’edificabilità ai privati costruttori, ma delle sistemazioni neppure l’ombra nonostante piazza Aldo Moro di fronte al Conad presenti una pavimentazione in condizioni pietose. L’accordo del settembre 2008 prevede anche una compartecipazione del Comune alle spese per gli interventi di manutenzione delle opere di urbanizzazione danneggiate dall’uso.

Ci chiediamo, quindi:

- Perché ad oggi nessuna opera è stata ancora fatta, neppure fino alla concorrenza dei 18.000 euro?

- Quanto costa sistemare la piazza a regola d’arte?

- L’appalto per la sua sistemazione chi lo deve fare?

- Basteranno poco di più dei 18.000 euro stanziati dai privati costruttori o ne serviranno molti di più?

- Se la pavimentazione è completamente da rifare con caratteristiche estetiche di una piazza pubblica (e sotto c’è anche un garage che diventerà privato), è plausibile che siano necessari almeno 100 € al metro quadro? In tal caso per i circa 800 metri quadri della piazza servirebbero almeno 80.000 euro?

- Quali sono i costi a carico del Comune per la compartecipazione alle spese prevista dall’accordo?

Abbiamo chiesto in Consiglio Comunale perché ad oggi non è ancora stata fatta nessuna delle opere di manutenzione e anche di avere notizie e dati precisi su questa compartecipazione alle spese da parte del Comune, ma non abbiamo avuto alcuna risposta precisa poiché tutto pare ancora da chiarire e da definire.

Secondo noi l’interesse pubblico, l’accordo scritto, i diritti di chi ha vinto in tribunale esigono che l’amministrazione comunale dica con chiarezza quanto costa sistemare le opere come da obblighi dell’accordo.

Non c’è stato solo il ritardo per fare le opere (che dovevano essere complete nel settembre 2009), ma ad oggi nessuno ci ha saputo dire il loro vero importo e quindi i soldi che dovrà sborsare il comune oltre ai 18.000 euro dei costruttori.

Questo è il modo di salvaguardare l’interesse pubblico? A noi pare che ci sia sempre molta attenzione a riconosce ai costruttori i diritti maturati, come viene spesso ribadito dalla maggioranza che ci governa.

 

Silvia Santunione

Capogruppo  Lista Civica FRAZIONI  e CASTELFRANCO

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