Il 31 luglio 2013, nel Consiglio Comunale di Castelfranco Emilia, la maggioranza PD ha approvato l'ennesimo atto di pianificazione estrattiva!

Testo del nostro intervento sull'accordo per la prima fase di scavo nel Polo 12 “California”di Piumazzo - Consiglio Comunale 31 luglio 2013

 

 

Mentre il mondo intero grida l’allarme ambientale e si interroga su come riuscire a sfamare nel 2050 9 miliardi di abitanti (la FAO, prevedendo che la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi di persone nel 2050, stima che il fabbisogno alimentare dovrà aumentare per quella data di circa il 60% e per fare ciò è prevedibile che si dovrà mettere a coltura nuova terra a scapito di foreste e pascoli)

 

Mentre il mondo intero parla di sviluppo sostenibile, di ecosistemi ,di biodinamica e di biodiversità, di green economy, di protezione del territorio dai rischi idrogeologici

 

Nonostante le prese di posizione pubbliche della politica, anche della parte politica PD, e ci riferiamo ad alcuni sindaci della bassa modenese e un assessore regionale (i sindaci della bassa modenese e delle terre d’argine hanno bocciato la politica urbanistica del comune di Modena che vuole costruire sui terreni nelle cui vene scorre l’acqua prelevata per il consumo umano, la stessa che scorre nel sottosuolo dei territori della bassa modenese. I sindaci PD della bassa modenese e numerosi comitati di cittadini denunciano che la costruzione di case su tali terreni comporta il rischio di un loro inquinamento, rischio che - nonostante le carte e i dati che vengono presentati come rassicuranti - a loro avviso deve essere assolutamente evitato. Sul tema è intervenuto, a sostegno, anche l'assessore regionale all'Ambiente Freda che ha dichiarato l'inopportunità e la poca lungimiranza di costruire in quell'area, dal momento che da quelle falde dipende l'approvvigionamento di acqua pubblica per il futuro e si rischia di compromettere una risorsa fondamentale. Anche per tutte le cave site sul conoide del Panaro e tra queste quelle del Polo 12 California di Piumazzo esistono lo stesso rischio e le stesse preoccupazioni di inquinamento, perchè tali cave insistono su aree ricche di falde e ricche di alimentazione delle stesse. Sono delle prese di posizione, quelle che ho sopra ricordato, che finalmente dimostrano un atteggiamento precauzionale, di tutela in via preventiva e astratta, laddove esiste un centro di pericolo, un rischio anche solo potenziale)

 

Nonostante ciò, l'amministrazione PD di Castelfranco continua a sostenere e a portare avanti un piano estrattivo sconsiderato, che devasterà per sempre uno dei terreni più fertili del mondo, un territorio già considerato tale al tempo delle centuriazioni Romane . Terreni che hanno assicurato vita per millenni e che per la loro particolare conformazione sarebbero in grado di assicurare cibo e reddito all’infinito.

 

Curioso che chi si trova a vivere in terreni sterili, aridi e brulli lotti contro questa natura per rendere quei terreni più fertili ed ospitali, mentre Voi invece con questo piano lavorate nella direzione di rendere sterili centinaia di ettari di terreni oggi fertili e rigogliosi. Altro che rischio potenziale. Danno irrimediabile!

 

Dove sta il senso di tutto questo? Dove sta la logica in tutto questo. Dove sta “l'opportunità” delle cave di cui ha parlato il Sindaco (allora candidato) in campagna elettorale?

 

Aspetti tecnici: questa sera io non voglio soffermarmi sugli aspetti tecnici dell'accordo in discussione (profondità di scavo, piuttosto che sui controlli sui monitoraggi, sugli extra oneri), su cui vi assicuro abbiamo di che discutere (e peraltro lo abbiamo fatto, sia in sede di commissione consiliare sia con gli uffici, utilizzando la disponibilità degli stessi nella mattinata di martedì scorso, alla presenza dell'assessore Vigarani, del responsabile dell'ufficio ambiente e del consulente legale).

 

Il punto è che non esiste regola, non esiste controllo, non esiste monitoraggio, non esistono buone pratiche che possono evitare quello che per noi è il problema e il disastro più grande: la irrimediabile e definitiva perdita di terreno non solo vergine, ma fertile e a elevata vocazione agricola. Se non una: fare una scelta di valore e di valori che dica basta a quella politica che vuole il sacrificio, la distruzione di terreno fertile e agricolo per fare cave.

 

Quello di cui stasera noi vogliamo discutere e criticare non sono gli aspetti , gli elementi e i contenuti tecnici dell'accordo, ma la scelta politica che attraverso questo ennesimo atto di pianificazione la maggioranza PD porta avanti: il sacrificio, la distruzione di terreno vergine, fertile e agricolo per fare cave.

Peraltro fare cave per quale logica? Per quale “opportunità”?

Chi e cosa ristorerà il territorio e la collettività dalla definitiva perdita di terreno oggi vergine, fertile e agricolo?

(se ne sono già distrutti e persi 42 con le vecchie cave; complessivamente, le nuove cave del PAE 2009, quelle cioè in ampliamento che utilizzeranno terreno oggi vergine, distruggeranno una superficie di terreno fertile e agricolo pari a circa 90 ettari)

 

L’accordo di fase 1 che il Consiglio Comunale discute stasera prevede lo scavo di oltre un milione di metri cubi di ghiaia nonostante siano notevolmente cambiate nel corso di questi ultimi anni (dall’approvazione del piano estrattivo ad oggi) anche le condizioni e le congiunture economiche. Per noi, già i fabbisogni di ghiaia che furono stimati nel 2008-2009 erano sovradimensionati rispetto alle reali esigenze. Ma di certo quelle previsioni fatti dagli enti che si sono occupati della pianificazione delle attività estrattive, in primis la provincia, e che secondo tali enti giustificavano il piano estrattivo oggi non ci sono più. Peccato che in realtà non sia mai stata fatta, ad oggi, dagli organi ed enti competenti, nonostante le numerose sollecitazioni in tal senso, alcuna rivalutazione e rivisitazione specifica e dettagliata dei fabbisogni che erano stati pianificati nel 2009, anche alla luce delle mutate condizioni economiche (la crisi profonda, che ha colpito anche un settore, quello edilizio, destinatario della ghiaia – con la ghiaia si fa il calcestruzzo…) e climatico-ambientali (tra cui piogge improvvise e intense, con repentino innalzamento delle falde). Questo però significherebbe presumibilmente dover rivedere il piano e i quantitativi di ghiaia estraibile nel senso di un loro ridimensionamento e riduzione. Ma non c’è alcuna volontà politica in questa direzione!

 

Oltre un milione di metri cubi scavati in questa prima fase per 267.730 metri quadrati di superficie che viene destinata alle cave. Questo significa che ettari di terreno non solo fertile ma da sempre destinato all’agricoltura - terreno dunque non soltanto vergine e fertile, ma agricolo e produttivo - viene destinato a scavi ad una profondità di – 15 metri, scavi che andranno a distruggere per sempre quel terreno. Si tratta di una speculazione di territorio che porta l’ unico, esclusivo, vantaggio di carattere meramente economico e d’impresa ai cavatori, ai soggetto attuatori, mentre alla collettività ma anche allo stesso Comune questo tipo di attività genera danno senza alcun tipo né di beneficio né quantomeno di ristoro compensativo, né per quanto riguarda eventuali opere compensative per il danno ambientale per la collettività impattata da questo tipo di attività (non sono previste opere compensative), ma neppure per quello che riguarda gli oneri derivanti dalla attività estrattiva. Gli oneri previsti per l’attività estrattiva servono infatti, una parte, per realizzare le opere funzionali all’attività estrattiva (la viabilità attorno all’area estrattiva serve fondamentalmente per la circolazione dei camion, mentre la rotonda di Via Martiri Artioli doveva già essere realizzata fin dal lontano 2004 come opera compensativa degli scavi pregressi), e un’altra parte, seppure entra nelle casse del comune, è comunque funzionalmente destinata ad attività e controlli comunque sempre legati allo svolgimento dell’attività estrattiva. Quindi la pianificazione estrattiva che viene portata avanti dall’amministrazione PD di Castelfranco Emilia è una attività che genera un indotto tutto funzionale alla stessa. La collettività e il territorio ne ricevono un danno che non trova alcun tipo di ristoro, è una attività di speculazione del territorio ad esclusivo vantaggio economico e imprenditoriale del cavatore, senza alcuna forma di mitigazione degli impatti negativi sulla collettività e sul territorio impattato, né alcuna forma di giustizia compensativa né alcuna opera che vada realmente nella direzione di recupero dei valori ambientali e territoriali (che comunque le cave, per loro natura, compromettono in modo irrimediabile e irrecuperabile perché il terreno fertile, formatosi nel corso di migliaia di anni attraverso le stratificazioni geologiche, è perso per sempre).

 

La scelta politica della maggioranza PD di questa amministrazione è quella di distruggere (potete dire, se preferite, utilizzare...tanto il risultato non cambia) territorio fertile e agricolo per fare cave. Noi ad una scelta politica di questo tipo – sacrificare terreno vergine e agricolo per fare delle cave – siamo assolutamente contrari!

Per noi il bene comune (della collettività e del territorio) è altro, non può essere la distruzione di terreno fertile e agricolo!!

Noi alla votazione di atti di questo tipo non partecipiamo, neppure per votare contro, e usciamo dalla sala consiliare!

 

Silvia Santunione

Capogruppo Lista Civica FRAZIONI e CASTELFRANCO

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