REFERENDUM TRIVELLE 17 APRILE - TUTTI A VOTARE

DOMENICA 17 APRILE SI TERRA' IL REFERENDUM SULLE TRIVELLAZIONI IN MARE

UN POPOLO EVOLUTO, INTERPELLATO, RISPONDE”: ANDARE A VOTARE È UN FATTO DI DEMOCRAZIA, CI PERMETTE DI PARTECIPARE ALLE DECISIONI CHE RIGUARDANO IL NOSTRO FUTURO

LA LISTA CIVICA FRAZIONI E CASTELFRANCO DICE SÌ ALLA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI E NO ALL'ASTENSIONE E A CHI LA SOSTIENE 

 

VI INVITIAMO AD ANDARE A VOTARE E A VOTARE SI'

Vi invitiamo anche ad andare a votare il prima possibile e comunque nella mattinata, in modo che le prime rilevazioni dei dati alle ore 12,00 possano fornire una buona percentuale di affluenza al voto ed essere così di stimolo a recarsi alle urne per chi non ha ancora votato...

 

Di cosa parla il referendum?
Si tratta di un referendum abrogativo. Occorre, cioè, che vada a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto e che la maggioranza dei votanti si esprima con un “Sì”. Votando “Sì”, i cittadini avranno la possibilità di cancellare la norma sottoposta a referendum.

Il quesito del referendum riguarda la durata delle trivellazioni in atto (con concessioni già rilasciate) situate entro le 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri) e dal perimetro delle aree marine e costiere protette. Non riguarda quelle situate sulla terraferma e quelle a oltre la distanza precedentemente citata.

 

Votare SI significa votare per abrogare la norma (introdotta con l’ultima legge di Stabilità 2016) che permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa di non avere più scadenze. La Legge di Stabilità 2016, infatti, pur vietando il rilascio di nuove autorizzazioni entro le 12 miglia dalla costa, rende senza termine le licenze/concessioni già rilasciate in quel perimetro di mare fino all’esaurimento del giacimento. Il quesito referendario riguarda dunque le concessioni a tutt’oggi in essere per le compagnie petrolifere entro le 12 miglia dalla costa (concessioni che normalmente hanno la durata di 20 anni prorogabili) le quali grazie alla legge di stabilità 2016 (n.208/2015) possono chiedere un proseguimento delle loro attività fino a che i giacimenti non avranno fine. In pratica, si tratta di 135 piattaforme situate vicino alla costa che se non verrà abrogata la norma potranno continuare ad estrarre idrocarburi "per la durata di vita utile del giacimento".

Qual è l'opinione della Lista Civica FRAZIONI e CASTELFRANCO?
1) Solo un cambio nelle scelte di politica energetica, una transizione dalle energie fossili a quelle rinnovabili insieme ad una modifica dei nostri stili di vita potranno risolvere la crisi energetica e climatica del Pianeta. L'Italia si è impegnata in questo senso alla Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici (COP21). Questo referendum e la vittoria del SI' avrebbero anche un importante valore politico nella direzione della necessità di investire sempre di più nelle energie rinnovabili.
2) Il petrolio e il metano sono beni comuni, appartengono allo Stato e al patrimonio comune della collettività. Il loro sfruttamento economico può avvenire solo attraverso concessioni che devono contemperare le opportunità del loro sfruttamento con la loro appartenenza ad un patrimonio comune e collettivo. Debbono perciò avere necessariamente una scadenza. Concessioni a tempo illimitato sono abdicazioni alla natura comune di quei beni e regali alle società petrolifere, senza alcun ritorno per i cittadini.
3) Le concessioni interessate dal Referendum scadranno gradualmente nei termini contrattualmente previsti. Nessuna piattaforma chiuderà il giorno dopo la vittoria del SÌ, ma anzi molte di queste rimarranno attive sino al 2027. Questo significa che le società petrolifere avranno tempo per aggiornare i loro piani industriali, finanziari ed occupazionali.
4) Non ci sarà nessuna improvvisa perdita di posti di lavoro. Anzi, bisogna considerare che in Italia negli ultimi anni si sono persi molti posti di lavoro nel settore petrolifero a causa della crisi dell'energia fossile. Il futuro è nelle energie rinnovabili la cui filiera crea un numero di posti di lavoro almeno quattro volte superiore a quello dell'industria degli idrocarburi.
5) Con gli attuali livelli di consumo di petrolio e gas nel nostro Paese, le nostre riserve nazionali certe e probabili, coprirebbero meno di 2 anni di domanda di metano e poco più di 3 anni di domanda di petrolio. E poi?
6) Le ricchezze del nostro Paese non sono sottoterra, ma altrove: nel turismo e nel patrimonio artistico, culturale e ambientale UNICO AL MONDO e in questo dobbiamo investire, anche con politiche energetiche di maggior tutela ambientale e climatica.

 

 Andate a votare, votate e fate votare SI' 

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